Il condominio da sogno dei miliardari si è trasformato in un incubo?

Febbraio 24, 2021
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Un’inchiesta del New York Times racconta come si vive davvero a 423 Park Avenue, uno degli indirizzi più ricchi del mondo. E il quadro è piuttosto tetro

Nel 2015 nello skyline di Manhattan spuntava luccicante e patinato il grattacielo di 432 Park Avenue, progettato da Rafael Viñoly: oltre 425 metri di altezza per quello che era considerato l’edificio residenziale più alto del mondo (per poco) e prometteva di essere anche il più lussuoso del mondo. I super ricchi spesero milioni di dollari (nel caso più eclatante 88, sborsati da società che rappresenta il magnate saudita Fawaz Alhokair) per aggiudicarsi il proprio appartamento nella nuova icona della cosiddetta Billionaire’s Row. Un parallelepipedo perfetto, scandito dal disegno quadrato degli infissi e dal taglio affilato della silhouette: una torre così snella e slanciata che i critici l’hanno paragonata a un dito medio.

Sei anni dopo quel sogno di una vita all’apice sembra essersi trasformato in un incubo. Lo racconta un’inchiesta pubblicata dal New York Times, che dopo aver raccolto le testimonianze degli ingegneri e dei residenti dell’edificio dipinge un quadro piuttosto tetro. “Ero convinta che sarebbe stato il miglior edificio di New York”, ha raccontato Sarina Abramovich. “Lo stanno ancora vendendo come un dono di Dio al mondo, e non lo è”.

Tra i maggiori problemi di 432 Park Avenue c’è il suo impianto idraulico, che ha causato frequenti inondazioni e ingenti danni causati dall’acqua. E poi ci sono gli ascensori, oggetto di frequenti malfunzionamenti (a ottobre 2019 “una condizione di vento forte” ha fatto sì che una persona rimanesse intrappolata per un’ora e 25 minuti). E poi a turbare la vita degli inquilini ci sono i rumori: secondo il resoconto di una riunione condominiale del 2019, negli appartamenti risuonano spesso inquietanti scricchiolii e gemiti, e da qualche parte nell’edificio esiste uno scivolo della spazzatura “che suona come una bomba” quando viene usato.

Ancora, alcuni residenti si sono lamentati dell’aumento dei costi del ristorante privato, supervisionato dallo chef stellato Shaun Hergatt: alla fine del 2015 il servizio costava 1.200 dollari l’anno, nel 2021 la cifra è salita a 15 mila dollari, nonostante l’orario di apertura limitato a causa della pandemia (e la colazione non è più gratuita).

Nonostante la collaborazione tra inquilini non sia uno delle caratteristiche per cui è noto 423 Park Avenue, le limitazioni ai viaggi imposte dalla pandemia che obbligano i residenti a vivere a lungo all’interno dell’edificio stanno facendo esplodere il malcontento, guidato proprio dalla Abramovich. Certo, è consapevole che i problemi dei miliardari non raccoglieranno molta simpatia, ma ormai ne ha fatta una questione di principio: “Qui tutto era camuffato”, ha detto. “Se avessi saputo quello che so adesso, non avrei mai comprato”.

Fonte: Elle Decor