Fra alberi e green house, Milano è pronta per il suo nuovo grattacielo verde
Secondo i primi calcoli, l’architettura firmata Stefano Boeri e Diller Scofidio + Renfro assorbirà 14 tonnellate di CO2, al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati
Rinasce il grattacielo Pirelli 39 di Milano e la sua rigenerazione passa da Coima alle mani di Diller Scofidio + Renfro (DS+R) e Stefano Boeri Architetti – i vincitori del concorso internazionale. Così l’edificio che solletica il cielo meneghino nel cuore di Porta Nuova, fra la stazione Centrale a est e scalo Farini a ovest, si presenterà alto, tutto verde e con un ponte sospeso – casa di un nuovo hub culturale. Insieme ai palazzi Gioia 22, Pirelli 35 e Gioia 20, il Pirelli 39 contribuirà a riqualificare l’area in rilancio già da tempo, completando un processo di rigenerazione estetica e qualitativa del quartiere.
Da architettura priva di certificazioni di sostenibilità, non conforme alle norme anti-sismiche, inefficiente per uso moderno e con problemi strutturali, di inquinamento e degrado ambientale-urbanistico-edilizio diventerà un tutt’uno con la Biblioteca degli Alberi ed ecosostenibile sulla base del suo riuso adattivo. Le società hanno anche dichiarato di voler trasformare il Pirelli 39 in un edificio simbolo del momento storico, durante il quale l’attenzione agli accorgimenti di natura ambientale è richiesta e doverosa. Stefano Boeri ha dichiarato: “Il nostro progetto riporta in vita un nobile edificio (l’ex Pirellino), propone una torre dove la Botanica si intreccia con l’architettura e inventa con il nuovo Ponte/Serra uno spazio verde aperto a tutta la città. In un periodo così difficile, questo progetto rilancia nel mondo la visione di una Milano che scommette sul futuro e affronta con coraggio le grandi sfide della crisi climatica”.
La proposta prevede il recupero dell’edificio, riadattato sulle linee d’innovazione e sostenibilità in linea con i parametri Next Generation EU. Questo non significa cambiare il carattere originario dell’architettura, ma aggiornarne le vesti per trasformarlo da old a new in ottica contemporanea. Inoltre, quel ponte che oggi viene percepito come un muro di separazione su via Melchiorre Gioia, si trasformerà in un nuovo hub a servizio della città: uno spazio-casa di eventi, mostre ed esposizioni, con aree incontri e wellness – si pensa già che sarà il nuovo meeting point nonché laboratorio sull’impatto climatico e ambientale. E i colori, la natura lo trasformano in un’estensione della Biblioteca degli Alberi. Rivoluzionaria e culturalmente impattante sarà la green house, una vera e propria serra della biodiversità dove vivere un’esperienza immersiva, educativa, interattiva e innovativa tra svariate specie vegetali.
A completare il quadro di rigenerazione ci sarà una torre residenziale di 1.700 metri quadrati, fatta di una vegetazione che, a modo suo, ricorda quella presente sul Bosco Verticale – opera frutto della matita di Stefano Boeri, nota in tutto il mondo. Alberi, piante e cespugli saranno distribuiti su tutti i piani in modo da sfumare i colori dell’edificio – specie in primavera. Secondo i primi calcoli tutto questo green assorbirà 14 tonnellate di CO2, producendo 9 tonnellate di ossigeno l’anno al pari di un bosco di 10 mila metri quadrati. Con 2.770 mq di pannelli fotovoltaici, l’edificio sarà in grado di autoprodurre il 65% dell’energia di cui ha bisogno. Inoltre, il legno impiegato diminuirà il carbon footprint. Così in soli due anni dalla sua vendita – era il 2019 quando il Comune di Milano lo mise in vendita -, il Pirelli 39 ha già il disegno di una nuova veste architettonica. E la Milano resiliente non è solo immaginazione.
Fonte: Elle Decor